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14 Settembre 2017

Stangata sui canoni Ater

Duemila, forse tremila famiglie stanno per essere raggiunte da una stangata per quanto riguarda il canone degli alloggi Ater. I numeri ufficiali non sono ancora a disposizione, ma i bollettini stanno arrivando e ad alcune belle sorprese con l’ammontare dell’affitto addirittura calato, se ne affiancano altre di molto brutte, che in alcuni casi si traducono in autentiche batoste con aumenti addirittura superiori al 100% (in qualche caso del 120%) del canone dell’anno scorso.

«Succede - spiega il direttore dell’Ater di Trieste, Antonio Ius - che, a seguito della legge regionale numero 1 del 2016, il criterio di valutazione della capacità economica dei locatari non si basa più sulla somma annuale dei redditi Irpef della famiglia, bensì sull’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) come del resto avviene già da tempo per tutte le prestazioni e gli interventi assistenziali, sociali, sanitari e scolastici.

Genericamente ne guadagnano le famiglie più numerose e a rimetterci sono quelle monocellulari, comunque sono più i casi di ribasso piuttosto che di rialzo tanto che abbiamo stimato di incassare nel 2017, 18 milioni di euro, rispetto ai 18,5 dell’anno scorso. Questo logicamente - prosegue il direttore - non esclude qualche caso di balzo notevole all’insù. Va sottolineato peraltri che a fare le norme non è certo l’Ater, che invece è tenuto ad applicarle».

contratti di locazione attualmente a Trieste sono 10.800 per un totale di circa 20mila persone residenti in alloggi Ater. Ciò che è chiaro fin d’ora è la suddivisione in fasce degli inquilini. Nel segmento A con Isee fino a 10mila euro rientra la maggior parte degli assegnatari, il 57% del totale, cioé quasi 6mila contratti.

In questo caso il canone medio mensile è di 75 euro fino a una massimo di 130. Il segmento B va da 10.001 a 33.334 euro e qui ci sono quasi tutti gli altri inquilini, cioé il 31%: il canone medio è di 213 euro fino a un massimo di 490.

Solo il 2%, poco più di 200 famiglie, sono nel segmento C con Isee superiore a33.334 euro. In questo caso il canone medio è di 439 euro mensili e quello massimo applicato arriva a 550 euro. «I nuovi importi sono calcolati in base all’Isee presentato nel 2016 - specifica Ius - ma logicamente se un assegnatario è stato vittima di un peggioramento della propria situazione economica o addirittura, caso purtroppo non rarissimo, della perdita del posto di lavoro, la correzione con conseguente abbattimento del canone, sarà immediata».

«Teoricamente il nuovo sistema, basato sull’Isee e non più sulla somma dei redditi è più equo - afferma Renato Kneipp commissario provinciale del Sunia, sindacato degli inquilini -. In senso generico a ricavarne benefici saranno le famiglie più numerose, mentre i singoli si vedranno raggiunti da aumenti che in alcuni casi potrebbero essere anche sostanziosi.

È chiaro - continua - che rischia di essere penalizzato in modo clamoroso chi l’anno scorso ha incassato la liquidazione o chi tiene in banca i risparmi di una vita». Anche i depositi bancari e postali infatti devono essere dichiarati ai fini dell’Isee, ma non solo.

«Nell’Isee - fa rilevare Pietro Veronese anch’egli del Sunia - rientrano anche i valori catastali: di conseguenza sull’ammontare del canone inciderà la vetustà dell’abitazione, la presenza o meno dell’ascensore, il riscaldamento centralizzato, la classe energetica e via dicendo».

«Invito gli inquilini - prosegue Kneipp - prima di denunciare casi clamorosi a distinguere bene quello che è effettivamente il canone da quelle che sono le spese accessorie che compaiono nel medesimo bollettino. Di certo grazie alla nuova procedura sarà soddisfatto chi si lamenta di persone che ususfruiscono di canoni Ater e pure tengono parcheggiati sotto casa automobili e camper di lusso».

«Il meccanismo deve essere ancora metabolizzato - precisa Ius - ed è logico che questo non possa essere già avvenuto al primo mese di applicazione delle nuove regole». «Noi riteniamo - conclude Kneipp - che qualche correttivo sarà comunque necessario: per questo chiederemo una serie di incontri con i responsabili dell’Ater affinché la possibile maggior equità nel computo dei canoni non si trasformi in uno strumento che va a penalizzare alcune categorie che comunque non godono certo di agiatezza economica».